Eccezionale la nevicata che si è verificata questa settimana e che ha trasformato il paesaggio in una fiabesca cartolina di Natale. L’imbiancata più importante degli ultimi dieci anni, ha ricoperto le strada di una coltre bianca, e ad alta quota ha dato sollievo ai ghiacciai, scongiurando per questa stagione il rischio di scioglimento.
La neve depositata ha compensato la massa di giaccio ritirata durante l’anno, tuttavia resta il timore che lo scioglimento dei ghiacciai alpini sia ad un punto di non ritorno.
Sintomo inesorabile del cambiamento climatico e della fragilità dell’ecosistema, lo scioglimento dei ghiacciai è un’alterazione ambientale che oltre ai sistemi glaciali montani colpisce anche le calotte polari.
Il loro volume diminuisce rapidamente a causa dall’aumento della temperatura della superficie terrestre e, se anche si limitasse il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, è probabile che i ghiacciai non abbiano vita lunga. Questi i dati di monitoraggio, confermati dagli esperti.
Lo scioglimento dei ghiacciai e l’evoluzione del paesaggio alpino
Il progressivo aumento della temperatura della superficie terrestre sta causando una riduzione del volume dei ghiacciai alpini, registrando una perdita del 60% della copertura dal 1850.
Simon Oberli, fotografo naturalistico documenta costantemente il fenomeno, mostrando con i suoi scatti l’evoluzione del paesaggio alpino in territorio svizzero, dovuta alla significativa perdita di massa glaciale e a frequenti episodi di valanghe, frane, inondazioni, cadute di massi e colate detritiche.
Catastrofi naturali causate dall’instabilità dei versanti a seguito dello scioglimento dei ghiacciai.
In estate, le lunghe ondate di caldo causano il ritiro del manto nevoso e lo scioglimento del ghiaccio formatosi durante la stagione invernale, compromettendo la sopravvivenza dei ghiacciai sotto i 3.500 mt di altitudine, i quali potrebbero sparire entro la fine del secolo.
Lo afferma Renato Colucci, glaciologo del Cnr, e le sue previsioni sono condivise dal team di ricercatori dell’Aberystwyth University – Galles, che ha condotto una recente mappatura della deglaciazione.
Se la riduzione areale dei sistemi glaciali e dei nevai continuasse al ritmo attuale, renderebbe vulnerabile lo stato di salute del grande ghiacciaio dei Forni, uno dei più estesi in Italia, e ci obbligherebbe alla perdita del maestoso ghiacciaio dell’Aletsch, re delle Alpi elvetiche con 27 miliardi di tonnellate di massa, nonché patrimonio dell’Unesco.
Quanto ghiaccio c’è ai Poli del Pianeta?
Difficile determinare con esattezza la quantità di ghiaccio presente sulla Terra, poiché lo spessore e le caratteristiche geometriche sono spesso un’incognita.
Le osservazioni da satellite rendono tuttavia possibile un censimento globale dei ghiacciai e la misurazione della loro superficie d’estensione: il 10% delle terre emerse del Pianeta è coperto da ghiacciai, permafrost e calotte, per un totale di 15 milioni di chilometri quadrati.
Si tratta dei più importanti serbatoti idrici, che accumulano il 95% dell’acqua dolce del Pianeta.
Il loro declino causato dall’immissione di gas serra in atmosfera e dal surriscaldamento globale avrebbe conseguenze preoccupanti per il futuro del pianeta, con implicazioni su irrigazioni e raccolti.
La quasi totalità del ghiaccio (96,6%) è distribuita tra regione artica (emisfero boreale) e antartica (emisfero australe). Un tempo le aree più fredde e inospitali del pianeta, oggi subiscono ondate di calore da record.
Nel febbraio 2020 la penisola Antartica ha raggiunto i 20°C, un’anomalia rilevata dalla base permanente Esperanza, che preoccupa per il riscaldamento oceanico e lo scioglimento dei ghiacciai. Il record negativo precedente spettava al 2015, con 17.5°C.
I dati rivelati dall’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change) sono in continuo peggioramento: al Polo Nord ogni anno si ritirano 300 miliardi di tonnellate di ghiaccio, mentre al Polo Sud circa 130 miliardi.
Le cause dello scioglimento dei ghiacciai
Le rilevazioni satellitari mostrano che lo scioglimento dei ghiacciai accelera rapidamente.
Un disastro ambientale creato per mano dell’uomo.
Le attività antropiche hanno determinato a partire dalla fine del XIX secolo forti squilibri climatici e meteorologici: innalzamento delle temperature, scarsità delle precipitazioni nevose e assenza di precipitazioni piovose nella stagione estiva.
Le principali cause sono:
- Eccessiva concentrazione in atmosfera di CO2, gas serra che si forma nei processi industriali. Circa il 43% della CO2 emessa (frazione aerotrasportata) permane in atmosfera, con tempi di residenza di centinaia di anni, causando un eccessivo accumulo di calore e il surriscaldamento del Pianeta;
- Combustione di fonti fossili (carbone, petrolio) nel settore energetico;
- Deforestazione, azione distruttiva del patrimonio naturale che porta via ossigeno alla Terra. Le foreste, depuratori dell’aria, funzionano infatti come polmoni convertendo la CO2 in ossigeno.
Lo scioglimento dei ghiacciai, quali sono i rischi?
Da oltre un decennio, all’estremità nord-est del Canton Vallese, con l’arrivo dell’estate si erige un articolato sistema di schermatura solare in geotessile a copertura di un’area del ghiacciaio del Rodano .
E’ il tentativo disperato di rallentare l’assottigliamento dei ghiacci e salvaguardare la grotta del passo della Furka, un tunnel panoramico scavato nel ghiaccio per una lunghezza di 100 mt. I ghiacciai montani e polari stanno morendo e ci si domanda sui rischi per la vita dell’uomo e delle specie animali.
Tra le principali conseguenze del ritiro dei ghiacci, gli esperti segnalano:
- l’incremento del deflusso di acqua dolce nei mari con conseguente innalzamento del livello degli oceani. Di quanto? Secondo il rapporto dell’IPCC “Special Report on the Ocean and Criosphere in a Changing Climate”, fino a 1 metro nel 2100, abbastanza per provocare onde di marea violente e sommergere molte città costiere. Venezia sarebbe tra le prime.
- l’alterazione della catena alimentare e la perdita della biodiversità. Gli orsi polari sono le specie più a rischio, costretti a vivere in territori sempre più ridotti e denutriti per la scarsità di cibo.
- L’aumento di disastri ambientali. Con l’assottigliarsi dei ghiacci, le montagne diventano instabili e i versanti sono soggetti a frequenti episodi di valanghe, frane, cadute di massi e colate detritiche.
4 scelte giuste da fare per l’ambiente
Vi starete sicuramente chiedendo cosa possiamo fare per tutelare il benessere del Pianeta.
Ecco 4 consigli utili di Ecosole, per uno stile di vita sostenibile.
- Ottimizzare i consumi energetici e ridurre gli sprechi. E’ fondamentale attivare un sistema di monitoraggio energetico degli impianti, ripensare il sistema di illuminazione e sostituire i macchinari poco efficienti.
- Scegliere fonti rinnovabili (solare termico e fotovoltaico, geotermico e eolico).
- Scegliere servizi e prodotti a chilometro zeroper ridurre le emissioni di CO2 legate al trasporto .
- Puntare al recupero dei rifiuti per la re-immissione in altri cicli produttivi. Riciclare significa fare un migliore uso delle risorse e ridurre i rifiuti destinati a smaltimento.